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“La strada mia al mare non ci va mai” è il grido di chi si sente stretto in un sistema che chiede, principalmente, obbedienza e che indica continue “direzioni obbligate”.
“Andare, correre, salire, scendere” senza sosta e senza comprenderne il senso è quella sensazione di “spaesamento”, emblema del nostro tempo e di un lavoro, il nostro, che chiede di “andare, correre, salire, scendere” senza porsi “domande di senso”.
Avverti che, lontano, c’è “una strada fresca, delicata, gentile” che ti cerca, che ci cerca, ma è riservata a chi ha deciso di correre il rischio “di non obbedire” ad altro che a quella “voce interiore” che ci chiama “a-mare”.